Parrocchia CATTEDRALE

SS. Pietro e Paolo

 

Diocesi di Lamezia Terme

LA CANDELORA

 

                                                                                                                                 guarda le foto di Saveria PUGLIESE

scritto da Giovanni ROCCA

 

Anche quest’anno il parroco Don Isidoro ha voluto promuovere con i catechisti le scene salienti della Presentazione al Tempio detta anche Candelora, spiegando ai bambini nella sua riflessione il significato della Candelora e ricordandoci che ognuno di noi è Anna e Simeone.

La Vergine Maria e San Giuseppe, suo sposo, sono stati interpretati da Chiara e Francesco.

Il giorno della Candelora, ovvero della Purificazione della Vergine è un giorno "di svolta" della stagione invernale.  La Candelora, ricorda il rito di purificazione che la Vergine Maria seguì dopo aver dato alla luce Gesù Cristo. Nel Levitico è infatti prescritto che ogni madre, che avesse dato alla luce un figlio maschio, sarebbe stata considerata impura per sette giorni, e che per altri 33 non avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi forma di culto  e se nasceva una donna la madre era impura per 80 giorni.

Nei Vangeli si legge:“portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore”(Luca 2,21-24). Questa festa cominciò ad essere celebrata in Oriente con il nome di “Ipapante” (Incontro).

Dio incontra l’uomo e l’uomo incontra Dio e, incontrando Dio, incontra gli altri uomini nella pace e nella gioia.

La Presentazione del Signore chiude le celebrazioni natalizie (e l’esposizione dei presepi) e, con l’offerta della Vergine Madre e la profezia di Simeone (Lc. 2,33-35), apre il cammino verso la Quaresima e la Pasqua di Risurrezione Gesù Cristo.

Già dal VIII secolo d.C., la festa era molto sentita. A Roma, nel Medioevo, si compiva una lunghissima processione che partiva da Sant'Adriano e attraversava i fori di Nerva e di Traiano, attraverso il colle Esquilino, per raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore. In tempi più recenti, la processione si accorciò, svolgendosi intorno alla Basilica di San Pietro. In quell'occasione, all'interno della Basilica, sull'altare venivano poste delle candele, con un fiocco di seta rosso e argento, e con lo stemma papale. Erano scelte tre di queste e la più piccola era consegnata al Papa, mentre le altre due andavano al diacono e al suddiacono ufficiali. Una volta benedetti i ceri, il Papa consegnava la sua candela al cameriere segreto, insieme con il paramano di seta bianca, che gli era servito per proteggersi le mani dalla cera calda, e passava alla benedizione dei ceri.

Un celebre proverbio, ricordato anche da Papa Giovanni Paolo II, recita "Candelora dell'inverno semo fora", ossia il 2 febbraio l'inverno può considerarsi finito. Il proverbio però continua "Ma se piove e tira vento, dell'inverno semo dentro", ossia se il 2 febbraio il tempo è brutto, l'inverno durerà un altro mese almeno. In questo senso la Candelora è anche legata ad alcune feste di origine agreste, in molti Paesi europei, infatti, si cucinano piatti specifici, che vengono offerti alla natura o alle fate, come in Francia.

Dal punto di vita pagano la Candelora ha a che vedere con la purificazione e con i riti propiziatori per la fertilità della terra e rientra a pieno titolo tra gli otto Sabba (Shamain, Yule, Imbolc, Oestara, Beltane, Litha, Lammas e Mabon) che sono le principali festività del nostro calendario in cui vengono celebrati i solstizi, gli equinozi e altre ricorrenze legate alla Natura (a cui si sovrappongono le festività "religiose")

La Candelora, secondo gli studiosi, si caratterizza come festa delle luci e dell’incontro. Infatti, l’uomo di oggi, nell’era delle comunicazioni di massa alla velocità del pensiero, è sempre più solo, chiuso in se stesso.