Parrocchia CATTEDRALE

SS. Pietro e Paolo

 

Diocesi di Lamezia Terme

 

Movimento per la Vita

9 febbraio 2014

                                                                                                                                 

 

scritto da Giovanni ROCCA

         

        Giorno 9 febbraio 2014 alle ore 12,00 è stata celebrata la S. Messa presieduta dal Vescovo S. E. Mons. CANTAFORA a conclusione del convegno organizzato dal Movimento per la Vita.

Il Vescovo nella sua omelia dopo aver portato il saluto e ringraziato gli organizzatori di questo convegno ha espresso la sua gratitudine per il loro impegno a favore della vita.

Ha approfondito alcuni passaggi della liturgia "del profeta Isaia che nella prima lettura, esorta a vivere relazioni fondate sulla giustizia, sulla condivisione, sulla solidarietà, sulla rettitudine. C’è un digiuno da vivere che non consiste in pratiche ascetiche, ma nel dividere il pane con chi ha fame, nell’accogliere i miseri in casa, nel vestire chi è nudo, nel togliere l’oppressione, il puntare il dito, il parlare empio… Dentro questi estremi della nascita e della morte, si consuma l’esistenza con tutte le sue gioie e le sue prove. Il profeta ci dice che molte sono le situazioni in cui la vita subisce attentati: la fame, la nudità, la calunnia, sono uccisioni della vita.

Tutto ciò ci spinge a spalancare il nostro sguardo verso un orizzonte più vasto, per considerare la vita in tutti i suoi aspetti. Tante sono le afflizioni per il rifiuto della vita, ma tante sono le prove che inducono a chiudere il cuore! Voi siete testimoni, certamente di tante situazioni. Il servizio alla vita consiste allora nel farsi carico di tanti drammi, di tanti dolori. Il digiuno a cui il profeta ci richiama è allora un digiuno da noi stessi, dai nostri schemi, dai pregiudizi presenti spesso anche nei migliori operatori sociali e sanitari, verso un’apertura all’altro che consiste nell’accoglierlo, nel sfamarlo, proprio in quelle situazioni di bisogno e non nel liquidarlo frettolosamente, come voi sapete bene!.

Tante scelte non sono frutto solo di egoismo, ma di solitudine, di difficoltà reali, di prove che da soli non si riesce ad affrontare. Aiutare le giovani coppie, i genitori, nell’accoglienza alla vita è una delle opere più alte che possiate compiere, è una luce per il mondo.  Ci da detto il Papa “Ogni figlio è volto del Signore amante della vita, dono per la famiglia e per la società. Generare la vita oggi è generare il futuro anche e soprattutto oggi, nel tempo della crisi, da essa si può uscire mettendo i genitori nella condizione di realizzare le loro scelte e i loro progetti”. L’accoglienza e la tutela della vita nascente non è allora che l’aspetto iniziale, fondamentale certamente, del servizio alla vita che voi svolgete. Papa Francesco, nel messaggio per la giornata della vita ha detto che i figli sono la pupilla dei nostri occhi… che ne sarà di noi se non ci prendiamo cura dei nostri occhi? Come potremo andare avanti?.

Essere sale e luce significa allora dare sapore e senso a questa nostra esistenza. Lavorare per il regno di Dio, per la giustizia, per il bene e allora brillerà fra le tenebre la tua luce.

Carissimi, risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Questa è la promessa evangelica e questo sia il mio augurio per voi”.

 Alla fine della celebrazione Eucaristica il Vescovo ha ricordato la liberazione di Francesco Scalise e Luciano Gallo, i due operai della nostra diocesi. rapiti in Libia a gennaio, ringraziato il Signore per aver riportato i nostri concittadini a casa.

 

 Cos’è il Movimento per la vita

 Il Movimento per la vita è la Federazione degli oltre seicento movimenti locali, Centri e servizi di aiuto alla vita e Case di accoglienza attualmente esistenti in Italia. Si propone di promuovere e di difendere il diritto alla vita e la dignità di ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale, favorendo una cultura dell’accoglienza nei confronti dei più deboli ed indifesi e, prima di tutti, il bambino concepito e non ancora nato.

Le Case di accoglienza federate o vicine al Movimento per la vita sono circa 60, sparse su tutto il territorio nazionale.

Le donne in attesa di un figlio sono accolte nella Casa perché senza marito o compagno, senza mezzi di sostentamento o una famiglia alle spalle che si prenda cura di loro. A volte, al di là di motivi puramente economici, esistono realtà di profondo degrado del coniuge o della famiglia di origine (carcere, droga, alcool, prostituzione, ecc.) e quindi le madri hanno necessità di poter vivere il periodo della gravidanza, e quello successivo al parto, in un clima di serenità ed anche di protezione. Nella Casa di Accoglienza le madri imparano ad affrontare la gravidanza e il parto dal punto di vista medico-sanitario, a saper allevare il bambino, a relazionarsi con le altre mamme, in un clima familiare sereno ed affettivo. Le madri imparano soprattutto a diventare autonome, cercandosi un lavoro e poi anche una casa, ricostruendosi legami familiari e reinserendosi nella società.

Circa 110mila sono i bambini aiutati a nascere dalla fondazione del primo Centro di aiuto alla vita che è avvenuta a Firenze nel 1975 a tutto il 2008. Centinaia di migliaia sono state le donne accolte, assistite, ascoltate, aiutate. 

Il numero dei Centri e dei Servizi di aiuto alla vita (315 in tutta Italia) è già un dato di per sé importante, ma assai più eloquente è quello che i Cav e i Sav fanno con il loro impegno di solidarietà e di condivisione. Più delle operatrici dei Centri, sono quei bambini e le loro mamme (ogni anno 60mila donne vengono assistite in vario modo, di esse almeno la metà sono gestanti) che potrebbero raccontare storie drammatiche - quasi tutte, però, a lieto fine - di speranze perdute e ritrovate, di fiducia smarrita e restituita.

E nessuna mamma ha mai rimpianto la scelta fatta di tenersi il proprio bambino.

Invece diverse donne che avevano abortito, sono spesso diventate entusiaste operatrici dei  CAV (Centri di Aiuti alla Vita).  Anche molte donne che hanno fatto ricorso all’aborto sono state accolte e aiutate anche psicologicamente a superare le loro difficoltà.