Parrocchia CATTEDRALE

SS. Pietro e Paolo

 

Diocesi di Lamezia Terme

 

Reliquia di Don Pino PUGLISI

 

22 maggio 2015

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                                                            reliquia don Pino Puglisi                             don Carlo Cittadino e don Salvatore Priola

scritto da Giovanni ROCCA

 

Momenti di commozione e di gioia per l’arrivo della reliquia del Beato Don Pino Puglisi nella nostra Diocesi.

Una grazia per la nostra comunità Lametina e evento non di poco conto per la Diocesi di Lamezia Terme “che su richiesta del nostro Vescovo Mons. Luigi Antonio Cantafora” le reliquie del Beato Don Pino Puglisi sono uscite per la prima volta dalla Diocesi di Palermo.

L’arrivo della reliquia (una parte della costola, incastonata nel reliquiario rappresentante la Cattedrale di Palermo ed accompagnata da don Salvo Priola) è stata accolta dallo stesso Vescovo Mons. Cantafora, con il Parroco della Cattedrale don Carlo Cittadino e il Segretario Vescovile don Roberto Tomaino, e dopo un rito di accoglienza ha sostato tre giorni nella nostra Cattedrale ed esposta nella Cappella della B.V. M. di Visora, dove i fedeli hanno potuto venerarla.

Nella serata conclusiva è stato proiettato il film “alla luce del sole” e subito dopo è stata data la benedizione del Vescovo prima che la reliquia ritornasse a Palermo.

È la sua fede vissuta nel concreto nel quartiere di Brancaccio che ha disturbato i mafiosi. Don Puglisi venne ucciso a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale nel quartiere di Palermo, controllato dalla criminalità.

Una testimonianza di martirio, quella di Don Pino, per chi non solo vuole raggiungere il Monte Tabor ma che si carica della sofferenza del Monte Calvario… cioè seguire il Maestro … Gesù Cristo fino alla Croce pur di dare testimonianza alla Parola del Signore. Don Puglisi fu ucciso, ma è lui che ha vinto con il Cristo Risorto.

Breve cenno su Don Pino Puglisi

Don Pino Puglisi chiamato nel 1990 dall'allora vescovo di Palermo Salvatore Pappalardo a occuparsi di una parrocchia del quartiere Brancaccio, in meno di due anni Don Pino riuscì ad organizzare un Centro di accoglienza e a raccogliere dalla strada, giorno dopo giorno, decine di bambini. Sostenne i suoi parrocchiani contro l'inerzia e l'incomprensione della burocrazia locale, nella richiesta di una rete fognaria, una scuola media, un distretto sanitario, diritti basilari da sempre disattesi. Erano gli anni in cui persero la vita i giudici Falcone e Borsellino e i loro uomini di scorta e inevitabilmente il suo percorso lo portò a entrare in conflitto con il potere mafioso, del quale insegnava ai ragazzi a non riconoscere la mentalità, credendo nella possibilità di un mondo diverso.
Per il sacrificio di Don Pino lo stesso vescovo di Palermo ha sollecitato negli anni scorsi la causa per il riconoscimento del martirio del sacerdote.

Assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno (era nato a Palermo, nel quartiere Brancaccio, il 15 settembre 1937), ucciso con un colpo di pistola alla nuca mentre torna a casa. Circa due mesi prima padre Puglisi aveva subito un' intimidazione mafiosa: di notte gli avevano parzialmente bruciato la porta della Chiesa. Da alcuni anni era parroco della Chiesa di San Gaetano, a Brancaccio, feudo della famiglia Graviano, e insegnava religione al liceo classico Vittorio Emanuele di Palermo. In precedenza per 10 anni era stato parroco a Godrano, un piccolo comune del corleonese. Nella parrocchia di San Gaetano padre Puglisi aveva svolto una costante predicazione antimafia. A gennaio 1993 aveva inaugurato il centro "Padre Nostro", diventato punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. Il sacerdote dava fastidio alla mafia per il suo limpido apostolato, l'azione contro i trafficanti di droga, le omelie di condanna a Cosa Nostra.