Parrocchia CATTEDRALE

SS. Pietro e Paolo

Cattedrale 11 ottobre 2013

 

Peregrinatio della statua della Madonna di Dipodi
 

e

apertura dell'anno Pastorale Diocesano 2013 - 2014
                      

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                        momenti... FOTO         

scritto da Giovanni Rocca

Oggi 11 ottobre è iniziata la Peregrinatio Mariae della Madonna di Dipodi, voluta fortemente da S. E. Mons. Luigi Antonio Cantafora, Vescovo, della Diocesi di Lamezia Terme in chiusura dell’anno della Fede che avverrà il 24 novembre 2013.  La statua della Madonna è arrivata davanti la Chiesa di San Domenico, e sotto un cielo minaccioso di pioggia, si è proseguito in processione per la Cattedrale dove l’Effige della Madonna è rimasta fino a domenica pomeriggio, per continuare le sue tappe dalla Parrocchia di Santa Maria Maggiore verso le altre parrocchie della città. In Cattedrale, per l’occasione, si è tenuto il Convegno Pastorale DiocesanoLa Chiesa di Lamezia Terme a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II”, coincidente con l’apertura del nuovo anno Pastorale 2013 – 1014.

Durante la celebrazione della Santa Messa,  S. E. Mons. Cantafora, oltre a ricordare il Vescovo di Nicastro, S.E. Mons. Vittorio Moietta nel cinquantesimo anniversario della morte, ha istituito dei Ministri Straordinari della Comunione.

Per il nuovo Anno Pastorale, il Vescovo ha annunciato un laboratorio di formazione permanente: corsi di teologia per laici impegnati nella pastorale, che si svolgeranno a Lamezia Terme, Decollatura, Marcellinara e Nocera Marina.

Giorno 12 in Cattedrale l’evento della Peregrinatio Mariae sì è svolto secondo il seguente programma:

Ore 08,00     Lodi e Santa Messa

Ore 11,30     S. Rosario

Ore 12,00     Supplica alla Madonna

Ore 16,00     Momento di preghiera con i bambini, ragazzi, genitori e catechisti                        per l’inizio dell’Anno Catechistico.

Ore 18,00     Catechesi: Beata Colei che ha creduto (cfr Lumen Fidei 58)

             tenuta da Don Isidoro DI CELLO (Parroco della Cattedrale)

Ore 18,30     Santa Messa

Ore 21,00     Veglia Mariana tenuta dal Parroco Don Isidoro DI CELLO e dopo la Veglia comunitaria la Cattedrale è rimasta aperta fino alle ore 23,00 per la preghiera personale.

Domenica 13 dopo il Santo Rosario, alle ore 17,30, la statua della Madonna è stata accompagnata fino alla Parrocchia di Santa Maria Maggiore.

Omelia del VESCOVO PER L'INAUGURAZIONE DELL'ANNO PASTORALE

(tratto da Lamezia Nuova)

«Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!» Carissimi fratelli e sorelle, queste parole di Gesù ci toccano profondamente e risuonano nel nostro cuore.

Desideriamo anche noi come chiesa diocesana vivere in questa pace, sperimentare questa salvezza che viene dalla fede. «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».

Stiamo arrivando al culmine dell’Anno della Fede e, con questa celebrazione, mentre inauguriamo il nuovo Anno Pastorale, ricordiamo Mons. Vittorio Moietta che nel suo breve episcopato seppe dare alla nostra diocesi un grande contributo nel cammino di fede.La sua partecipazione al Concilio, contribuì a inserire anche la nostra Chiesa nello spirito del Concilio.Vorrei ricordarlo a voi con un fatto profondo e singolare che ci permette di inquadrare la sua vita di uomo di fede.Quando gli fu diagnosticato il male, che lo avrebbe portato alla morte, Papa Giovanni XXIII incaricò, durante una sessione del Concilio, l'Arcivescovo di Reggio Calabria, Mons. Ferro di recarsi al capezzale di Mons. Moietta per portargli la sua benedizione.L'arcivescovo reggino venne a Nicastro e da quello incontro con il Vescovo quasi morente, custodì questa frase di Mons. Moietta: "Quanto era bello salire sui monti della Querciola a Conflenti, ma corre per il Signore chi sa fermarsi quando Dio lo vuole".Possiamo cogliere in questa espressione una bella professione di fede che ci accompagna nel cammino e nel ricordo di Mons. Moietta soprattutto come uomo di fede, totalmente abbandonato alla volontà di Dio.Con gratitudine per il passato e con lo sguardo rivolto verso il futuro accogliamo dunque la Parola di Gesù: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!»Chi è l’emorroissa? È una donna ammalata da dodici anni. La sua sofferenza è contrassegnata da una mancanza di vita: perdere sangue significa perdere la vita e con essa le forze, l’energia, lo sprint, la speranza. Il corpo languisce e lo spirito viene meno!     Ma questa donna nella sua debolezza, osa, spera, agisce. Sappiamo bene che il contatto con il sangue per la religione d’Israele faceva sì che si contraesse l’impurità rituale con la conseguente esclusione dal culto, se non dopo complicate purificazioni. La donna sarebbe stata dunque costretta a vivere isolata, lontano dalla folla per non contaminare nessuno. Eppure osa!Osa avvicinarsi a Gesù, osa toccargli il lembo del mantello.Non vuole esporsi troppo e neanche mettere in difficoltà il maestro, agisce quasi di nascosto, ma è determinata nel desiderio.Di fatto quel “tocco” non spavaldo, ma dettato dalla fede, provoca la guarigione.Gesù se ne accorge e, davanti alla stoltezza dei discepoli che invece non colgono la situazione, la donna non riesce a contenere l’emozione ed è tutta tremante. Ma anche qui, gettandosi ai piedi del Signore, dichiara davanti a tutti gli astanti il motivo del suo gesto e ciò che le è accaduto.Gesù le dice: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!»Lasciamoci raggiungere anche noi dalle parole del Signore Gesù per vivere una vita nuova.«Figlia … » È la Chiesa di Lamezia, siamo noi. Ed è Gesù, supremo pastore delle pecore, che ci dona la sua salvezza, la sua pace. Ma noi riusciamo a fare come la donna? Riusciamo ad aver il coraggio di toccare il lembo del mantello, sapendo che quel piccolo gesto ci dà salvezza e guarigione?Abbiamo cioè la consapevolezza delle nostre infermità e la fiducia di essere guariti?Guardando l’audacia di questa donna noi troviamo le risorse per superare una certa stagnazione:La prima è non lasciarsi vincere dalla rassegnazione, dalla passività e, soprattutto, dall’indolenza sclerotica!Papa Francesco, in questa linea, è una grande guida per noi, perché sta veramente scrollando l’albero per far cadere tante foglie secche! Egli ci sta dicendo che per essere discepoli, per essere credenti, occorre avere un «rapporto vitale con la persona di Gesù, è rivestirsi di lui, è assimilazione a Lui» (Assisi, Omelia, 4 ottobre 2013).L’emorroissa fa proprio questo. Tocca il lembo del mantello e si riveste di Cristo.  Lasciamo che sia Lui a dimorare in noi, lasciamo che sia Lui a trasformare la nostra mentalità!      La seconda cosa è la responsabilità. La Chiesa è adulta quando ci sono dei cristiani che assumono la loro responsabilità di credenti, nel mondo, nella storia, nella loro città; quando si ha la forza della goccia che scava la pietra (gutta cavat lapidem, dicevano gli antichi latini) per perseguire il bene comune. Oggi in tanti ne parlano ma attenzione a non riempirci la bocca per poi fare tutto come sempre e sentirci al sicuro!Ce lo ha ricordato ancora il Papa: «Il cristiano non può convivere con lo spirito del mondo. La mondanità che ci porta alla vanità, alla prepotenza, all’orgoglio. E questo è un idolo, non è Dio. E’ un idolo! E l’idolatria è il peccato più forte!». Piccoli passi, ma decisi. Seguiamo le indicazioni che ci vengono dal progetto Pastorale, cominciamo ad attuarle, osiamo nel bene!Carissimi, come l’emorroissa abbiamo perso tanto sangue, abbiamo speso tante energie, inutilmente, ma ora possiamo toccare il lembo del mantello di Gesù. Egli ci ricrea attraverso la sua Parola e fa di noi delle persone nuove. È il Vangelo che cambia la vita!«Il Vangelo (ha detto ancora il Papa ai giovani di Assisi) ha due destinazioni che sono legate: la prima, suscitare la fede, e questa è l’evangelizzazione; la seconda, trasformare il mondo secondo il disegno di Dio, e questa è l’animazione cristiana della società. Ma non sono due cose separate, sono un’unica missione: portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita trasforma il mondo! Questa è la via: portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita».  Mi sembra dunque che l’incoraggiamento che ci viene da questa pagina del Vangelo sia vivere, vivere il Vangelo, senza troppi accomodamenti! Chiediamo al Signore: dì anche a noi oggi: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!»