scritto da Giovanni Rocca Dopo la celebrazione Eucaristica tenuta da Don Pasquale Di Cello
Vicario della forania di Tiriolo, si è tenuto l’incontro – testimonianza con la dottoressa Paola Serranò medico, palliativista ASP 5 di Reggio Calabria nel seminario vescovile, in occasione della festa dei SS. Pietro e Paolo. Il relatore è stato don Isidoro Di Cello il quale oltre presentare e ringraziare la Dssa per l’invito accolto, ha porto il saluto e gli auguri di buon onomastico al Vescovo S.E. Mons. Luigi Antonio Cantafora ( memoria di S. Luigi Gonzaga ). La dottoressa Serranò ha ringraziato per l’invito, oltre che al Vescovo e a don Idisoro, Stefania Lecce ( fondatrice del gruppo della Tenda del Magnificat ). Ha ricordato le varie tappe della sua gioventù ( dal voler andare in missione in Africa, alla Laurea in Medicina e all’instaurazione del rapporto di fiducia e di amore con gli ammalati terminali dai quali sentendosi interpellata decise di specializzarsi in oncologia ). La storia dell’associazione parte dal 1994 ,quando la Lega italiana per la lotta contro i Tumori sezione provinciale di Reggio Calabria ,nella persona della presidente d.ssa Paola Serranò. dopo aver voluto orientare la propria attività verso l’assistenza ai malati oncologici in fase terminale ha realizzato l’Associazione di volontariato LA COMPAGNIA DELLE STELLE, fino alla realizzazione dell’Hospice in località San Sperato nel quale vengono ospitati 10 ammalati terminali. E’ nata nel suo interno un èquipe multidisciplinare che nel volontariato ha assistito gratuitamente a domicilio sino al 2006 ben n.1113 ammalati terminali.Già dal 1998 si è iniziato a progettare una prima idea di Hospice , quando ancora non vi era parvenza di finanziamento pubblico. L’associazione ha presentato il progetto nel corso delle due edizioni 1998-1999 della maratona televisiva “ 30 ore per la vita” ottenendo un contributo economico con il quale ha acquistato un terreno di 1550 mq su cui far sorgere l’edificio.Poi con altri contributi regionali e grandi sacrifici di volontari è riuscita ad ampliare questo complesso dell’Hospice.Infine c’è stato l’intervento del Vescovo il quale ha detto che “Le nostre comunità devono essere certamente luoghi di accoglienza e di aggregazione, dove si aiutano le persone e ognuno deve mettersi in gioco. La vera sfida non è sulla fede, ma sulla ragione senza la quale non si riconoscono le verità fondamentali, che tutti possono accogliere perchè riguardano la natura della persona. Se ciascuno non mette in gioco la propria libertà, nulla si realizza. Mettersi a disposizione vuol dire non saper dove andare a finire ma sicuramente porta lontano. A tutti si offre la possibilità di un incontro e di un rapporto con un ammalato che deve essere accompagnato come Cristo accompagna l’uomo. La fede è un ponte verso Dio, verso gli altri, verso se stessi e la sofferenza, la malattia e la vita stessa sono fatte di ponti”. | |